Ad Abbate e Angeli il premio Francese
L'inviato de L'Espresso Lirio Abbate e la cronista di Repubblica Federica Angeli sono i vincitori della XVII edizione del Premio giornalistico intitolato a Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Entrambi si sono occupati, sotto profili diversi, dell'inchiesta Mafia Capitale, che ha scoperchiato la pentola delle infiltrazioni mafiose e della corruzione nella pubblica amministrazione di Roma.
Il premio dedicato ai giovani giornalisti emergenti, in memoria di Giuseppe Francese, è stato invece assegnato al cronista politico di Livesicilia.it, Accursio Sabella.
Altri riconoscimenti saranno assegnati pure alle redazioni di Tgs e Telecolor, storiche emittenti televisive alle prese con la crisi economica, e a quelle del settimanale “Centonove”, per non avere mai smesso di smascherare il malaffare e la malapolitica, e del giornale online “Tempo Stretto”, che ha difeso la libertà di informazione da tentativi di censura di esponenti dell’amministrazione comunale messinese, oltre ad altri giornalisti. La consegna dei premi si svolgerà nell’aula magna della prestigiosa e antica sede del liceo classico Vittorio Emanuele II, in via del Collegio di Giusino a Palermo, oggi succursale dell’istituto, lunedì 9 febbraio, a partire dalle 9. “La libertà comincia dall’ironia” sarà il titolo della manifestazione organizzata dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, da quest’anno assieme all’associazione Uomini del Colorado, il cui nome è ispirato al celebre saluto di Francese al momento di lasciare la redazione.
“La scelta di Lirio Abbate e Federica Angeli per il premio Mario Francese e di Accursio Sabella per il premio Giuseppe Francese riconosce la qualità, l’originalità e l’importanza del contributo che i tre colleghi, due siciliani e una romana, hanno dato all’informazione e alla crescita culturale e democratica del nostro Paese – afferma il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena -. Riteniamo che sia una scelta di qualità per l’importanza del lavoro di Lirio sulle ‘altre mafie’ che purtroppo ormai affollano tutta l’Italia; riguardo a Federica per il coraggio con cui ha affrontato le inchieste su una criminalità pervicace quanto poco conosciuta come quella della Capitale. L’aspetto relativo ad Accursio affronta un contesto diverso e dimostra che la capacità del cronista di mettere a nudo il potere, quali che siano le persone che ne vestono i panni, talvolta è importante quanto indagare sul malaffare e sulla criminalità ‘pura’”.
All'evento parteciperanno anche Salvo Ficarra e Valentino Picone, artisti impegnati da sempre ad evidenziare, attraverso il sorriso, le ingiustizie e i paradossi della Sicilia e dell’Italia: con la loro ironia, nei giorni successivi all’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, faranno riflettere gli studenti sull’importanza della libertà di espressione e di denuncia. Oltre a esibirsi in alcuni brani, interverranno anche il leader dei Tinturia, Lello Analfino, e il rapper palermitano Othelloman, autori, assieme a Marco Ligabue, del video “Il silenzio è dolo”, che verrà proiettato per gli studenti. La clip è ispirata alla storia del contestato sorteggio con cui sono stati selezionati gli scrutatori per le recenti elezioni europee nei seggi di Villabate: fatto che ha portato alle dimissioni di sindaco e giunta. Durante la manifestazione, presentata dai giornalisti Salvo Toscano ed Elvira Terranova, sarà ricordato anche Francesco Foresta, recentemente scomparso, direttore e fondatore del quotidiano online “Livesicilia.it” e dei periodici “I Love Sicilia” e “S”, ma anche a lungo sostenitore del premio Francese. A leggere la lettera che ha scritto per i suoi colleghi sarà l’attore Salvo Piparo, pure lui impegnato nel dibattito con gli studenti. Una targa sarà consegnata alla vedova di Foresta, Donata Agnello. Nell’ambito della manifestazione si svolgerà anche una rappresentazione teatrale dell’associazione Uomini del Colorado, curata da Silvia Francese, nipote di Mario, e il dibattito dal titolo “L’inchiesta che sbroglia … la Matassa”. Interverranno i giornalisti Felice Cavallaro e Gaetano Savatteri.
La giuria del Premio di giornalismo Mario Francese ha assegnato un riconoscimento speciale a Leone Zingales, grande amico della manifestazione, giunta alla sua XVII edizione. Leone - questa la motivazione - e' stato "infaticabile nel ricordo di tutte le vittime di mafia e dei giornalisti in particolare. Ha offerto un importante contributo alla crescita della cultura della Memoria come presidente dell'Unione cronisti di Sicilia, in produttiva sintonia con l'Ordine regionale dei giornalisti".
“Ospitare il Premio Mario Francese per la nostra scuola rappresenta un grande onore – afferma Rita Coscarella, dirigente Scolastica del Liceo classico Vittorio Emanuele II -. In primo luogo perché ci offre l'occasione per ricordare il lavoro e il sacrificio di un cronista serio, impegnato e onesto, la cui vicenda umana e giudiziaria è stata rimossa per troppi anni. In secondo luogo apre la prospettiva di un collegamento con le scuole e di conseguenza la possibilità di una partecipazione attiva delle studentesse e degli studenti al Premio stesso e anche oltre la cerimonia di premiazione di quest’anno”.
A Scavo e Santino il Premio M. Francese 2020
Nello Scavo, giornalista di Avvenire, e Umberto Santino, fondatore del Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, sono i due vincitori del XXIII Premio nazionale Mario e Giuseppe Francese. La cerimonia di consegna si terrà la mattina del 6 febbraio al Real teatro Santa Cecilia di Palermo. La scelta della commissione è ricaduta su Scavo per premiare il suo scrupoloso lavoro svolto negli ultimi anni, durante i quali ha alzato il velo sugli interessi criminali dei grandi trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Un modello di giornalismo e un impegno civile che non hanno conosciuto pause durante la sua carriera professionale. Oggi Nello Scavo vive sotto la protezione dello Stato. A Umberto Santino, che nel 1977 ha creato il Centro Impastato con Anna Puglisi, va riconosciuto l’impegno di una vita nella ricostruzione della verità sull’omicidio di Peppino Impastato, assassinato dalla mafia nel 1978 a Cinisi. Un impegno che ha varcato i confini di Cinisi fino alla creazione, in pieno centro a Palermo, del No Mafia Memorial.
Il “Premio Giuseppe Francese” va invece a Tullio Filippone, collaboratore palermitano di Repubblica, giovane cronista che ha scoperto e diffuso la storia della professoressa Rosellina Dell’Aria. Un caso che ha toccato nervi scoperti e che ha creato enormi imbarazzi e non poche difficoltà nei palazzi del potere. Per la menzione speciale è stato scelto Gaetano Scariolo, cronista siracusano di nera corrispondente dell’agenzia Agi a cui nello scorso mese di maggio hanno bruciato l’auto. Con il suo lavoro, sempre in prima linea, ha assunto le vesti di giornalista scomodo, dando fastidii ai criminali che hanno cercato di intimidirlo bruciandogli l’auto.
Il premio è organizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia, in collaborazione con Libera, l’associazione Uomini del Colorado e con la sezione siciliana del Centro Sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di Cinema. La commissione è presieduta da Gaetano Savatteri ed è composta da Giulio Francese, figlio di Mario e presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia; Felice Cavallaro, inviato del Corriere della Sera; Salvatore Cusimano, direttore Rai Sicilia; Franco Nicastro, componente della giunta dell’Ordine nazionale e Riccardo Arena, consigliere dell’Ordine regionale.
Si conoscerà il 6 febbraio stesso, invece, il nome della scuola vincitrice del concorso cinematografico "La memoria contro la mafia", per ricordare il coraggio e il sacrificio di quanti non si sono arresi a Cosa nostra, pagando anche con la vita il proprio impegno. Sedici gli istituti siciliani che hanno aderito con venti cortometraggi all’esame della commissione composta da Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia, dai giornalisti Salvatore Rizzo, Gian Mauro Costa e Maria Pia Farinella e dall’attrice Silvia Francese.
Intanto, domenica 26 gennaio, a 41 anni dall’omicidio, Mario Francese sarà ricordato con due diverse cerimonie a Palermo e a Siracusa. Nel capoluogo siciliano, dalle 9,30, l’Unione dei cronisti si ritroverà davanti alla lapide in viale Campania, dove il cronista del Giornale di Sicilia fu ucciso dalla mafia nel 1979, pagando con la vita ad appena 54 anni il suo coraggio: fu il primo giornalista a denunciare la pericolosità dei corleonesi di Totò Riina. La lapide è stata posta dall’Unci nel 2006 e da allora, ogni anno, Francese viene ricordato dai familiari, dai colleghi e dalle autorità civili e militari. Alla cerimonia di domenica ha già confermato la propria presenza il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “I cronisti siciliani si ritrovano ancora una volta in viale Campania, per celebrare un giornalista integerrimo e un uomo che non si è piegato alle logiche della mafia e dell’illegalità”, ha detto Leone Zingales, presidente del Gruppo siciliano dell'Unci.
A Siracusa, sua città natale, Mario Francese sarà ricordato come ogni anno dalla sezione provinciale dell’Assostampa, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e la sezione provinciale dell’Unci. L’appuntamento nella città aretusea è alle ore 10, davanti alla targa che ricorda il collega nel “Giardino Mario Francese”, nei pressi della ex Casina Cuti (parco archeologico della Neapolis). Alla cerimonia, insieme al prefetto Giuseppina Scaduto e al sindaco Francesco Italia, saranno presenti le autorità civili e militari, oltre ai volontari del presidio di Libera intitolato proprio a Mario Francese. “Quest’anno ci affidiamo alla memoria per ricordare la storia del giornalismo – ha dichiarato il segretario provinciale dell’Assostampa Siracusa, Prospero Dente –. Avviamo una forte collaborazione con i ragazzi di Libera, con loro lavoreremo nelle scuole cercando di trarre dalla memoria aspetti attuali e utili per la formazione e la crescita delle nuove generazioni”.
A Cagliari in memoria di Mario e degli altri giornalisti uccisi
La “Giornata della Memoria” dei giornalisti italiani uccisi nel dopoguerra dalla criminalità mafiosa e dal terrorismo sarà celebrata il tre maggio a Cagliari. La celebrazione si svolgerà nella Sala consiliare del Palazzo Civico di Via Roma con inizio alle ore 11.00.
L'Unci (Unione Nazionale Cronisti Italiani), ha promosso l’iniziativa in concomitanza con la “Giornata della Libertà dell'informazione” decretata dall'Assemblea Generale dell'Onu nel 1993 e sostenuta dall'Unesco.
I cronisti organizzano la “Giornata della memoria” dal 2008 d'intesa con la Federazione nazionale della Stampa e l'Ordine nazionale dei giornalisti anche per testimoniare la solidarietà dei giornalisti italiani a quanti, ancora oggi, subiscono intimidazioni e minacce per assolvere al diritto-dovere di informare e per ricordare le centinaia di colleghi che alla libertà di stampa hanno sacrificato la vita nel resto del mondo. La manifestazione annuale per tenere viva la memoria del sacrificio di tutti i giornalisti vittime della violenza è stata celebrata la prima volta a Roma nel 2008, l’anno successivo si è svolta a Napoli, nel 2010 a Milano, nel 2011 a Genova, nel 2012 a Palermo e lo scorso anno a Perugia. Quest’anno l’organizzazione è stata affidata all’Associazione della Stampa sarda e al Gruppo sardo cronisti e si svolgerà sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio della Presidenza del Consiglio regionale.
Nella sala del Consiglio comunale i giornalisti caduti o feriti nel compimento del loro dovere professionale saranno ricordati attraverso le testimonianze di familiari e dei colleghi che li hanno conosciuti. Tra essi Alberto Spampinato, direttore di “Ossigeno per l'informazione”, giornalista e fratello di Giovanni Spampinato, ucciso nel 1972 a Ragusa. E poi: i familiari di Peppino Impastato (la cui storia è stata diffusa dal film di Marco Tullio Giordana “I cento passi”), Giulio Francese, figlio di Mario, il giornalista di giudiziaria ucciso a a Palermo dai "corleonesi" nel gennaio 1979 (per l’omicidio sono stati condannati i boss di Cosa Nostra) , i familiari di Pippo Fava (il giornalista che dava fastidio anche da morto) e Franco Piccinelli (gambizzato dalle Br a Torino negli anni Settanta).
Interverranno Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, Giovanni Rossi e Franco Siddi, presidente e segretario generale della Fnsi, Enzo Jacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Maria Francesca Chiappe, presidente del Gruppo cronisti sardi, Filippo Peretti presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna e Francesco Birocchi presidente dell’Associazione stampa sarda. Chiuderà i lavori Guido Columba, presidente nazionale dell’Unione cronisti.
Vent’anni senza Giuseppe Francese, il ricordo a Palermo “Vive ancora con noi” – il video
Nel ventennale della sua scomparsa, si è svolta nel capoluogo siciliano una manifestazione culturale per ricordarlo
Ha speso la sua vita a lottare per la verità e ci ha lasciato un messaggio molto importante, troppo spesso dimenticato: mai rassegnarsi. Ma la lotta, è risaputo, logora.
Questa in breve è la parabola di Giuseppe Francese, che aveva solo 12 anni quando Mario Francese fu ucciso dai mafiosi, e lottò poi con determinazione per portare alla sbarra gli assassini del padre, riuscendoci.
Giuseppe Francese, il ricordo di Giulio
“All’inchiesta prima e al processo dopo mio fratello dedicò tutte le sue energie per ottenere verità e giustizia per mio padre, cronista del ‘Giornale di Sicilia’ ucciso dalla mafia di Totò Riina il 26 gennaio del 1979, una morte inghiottita dall’oblio per troppo tempo”, scrive il giornalista Giulio Francese, attualmente consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
“Un silenzio al quale Giuseppe si è opposto con tutte le sue forze, non rassegnandosi, ma addentrandosi tra gli scritti di mio padre per cercare un filo che portasse alla verità. Obiettivo raggiunto con la riapertura, dopo 20 anni, dell’inchiesta, cui diede un grande contributo. Seguì il processo e la condanna dei boss di Cosa nostra. Poco tempo dopo Giuseppe decise di porre fine alla sua esistenza”.
L’evento a Palazzo Montalbo
Nel ventennale della sua scomparsa, avvenuta il 3 settembre del 2002, si è svolta una manifestazione culturale per ricordarlo dal titolo “Quella luce negli occhi quel bisogno di verità”, tenutasi ieri, nel giorno del compleanno di Giuseppe, nella sede de "Centro Regionale per la progettaziome e il Restauro", dentro Palazzo Montalbo.
L’evento, presentato Salvatore Cernigliaro, è stato organizzato dalla famiglia, dall’associazione “Uomini del Colorado”, dalla cooperativa Solidaria e dal Comitato Educativo della VI Circoscrizione del Comune di Palermo, in collaborazione con l’assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, diretto dalla dottoressa Alessandra De Caro, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia.
Le iniziative svolte
Hanno partecipato gli amici di Giuseppe, giornalisti, avvocati, il presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, che fu il relatore della sentenza del processo di primo grado contro gli assassini di Mario Francese, e la pm di quel processo, Laura Vaccaro, oggi procuratrice aggiunta di Palermo.
L’attore Salvo Piparo ha letto magistralmente due articoli scritti da Giuseppe, che tra ironia e crudo realismo, ha raccontato la mafia con la preoccupazione nel cuore di una sua possibile sconfitta. L’architetto Rossella Giletto e Padre Michele Stabile hanno esposto le iniziative svolte nel nome di Giuseppe ed è stata allestita una mostra fotografica “Sguardi oltre il disagio” di Nino Pillitteri e Massimo Francese.
Venerdì 25 gennaio, la catena umana della scuola Pecoraro
Oltre duecento ragazzi della scuola media Antonino Pecoraro, venerdì 25 gennaio 2019, hanno dato vita a una catena umana formatasi attorno alla targa di piazza Mario Francese. Gli studenti hanno letteralmente "abbracciato" la targa, disponendosi attorno a essa.
Emozioni e suggestioni fortissime, malgrado la pioggia battente. Squarcia il silenzio Alessandro Rosselli, uno studente della Pecoraro che legge una lettera in cui parla di Mario Francese «modello di giornalismo investigativo, che si identifica talmente con il suo lavoro da accorrere sulla scena di un fatto di sangue anche se non è "in servizio". Il suo lavoro lo fa con passione, nonostante "tutto e tutti", nonostante gli ostacoli che incontra. Così vogliamo ricordarlo, noi ragazzi, come un esempio di cittadino che persegue il suo dovere con dedizione e ama la propria città».
Poi, un gruppo di ragazzi si distacca dalla catena umana, raggiunge il centro della piazza. Ciascuno porta un cartello, con su scritta una lettera: una "P", una "E", e via via otto lettere a formare la scritta "Per Mario". I cartelli vengono alzati al cielo, i ragazzi scandiscono il coro: "Per Mario", una seconda fila di studenti alza altri cartelli con la scritta #iostoconborrometi. È un corto circuito della storia, Palermo che grazie ai suoi ragazzi si sveglia di colpo, ritrova il senso della memoria, ricorda Mario Francese dopo anni di oblio, di "distrazioni" e dimenticanze. Un tam tam di messaggi che raggiunge subito Paolo Borrometi, che vive sotto scorta perché minacciato dalla mafia, che riceve la solidarietà e l'abbraccio della piazza palermitana. Una piazza che si presenta con una veste inedita, anche per quanto riguarda la presenza istituzionale, mai forte come quest'anno. Viene scoperta la targa di piazza Mario Francese, alla presenza del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, del presidente della V commissione consiliare al Comune di Palermo Francesco Bertolino, dei rappresentanti della VI circoscrizione.
Sempre nella mattinata del 25 gennaio l'inaugurazione della mostra dedicata a Mario Francese al No mafia memorial di corso Vittorio Emanuele 353. Oltre al sindaco, tra gli altri, presenti l'assessore Roberto Lagalla in rappresentanza del governo regionale, il direttore del Giornale di Sicilia Antonio Ardizzone, il vicedirettore del Giornale di Sicilia Marco Romano, il fondatore del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" Umberto Santino, il presidente del Centro studi "Pio La Torre" Vito Lo Monaco. E tante persone che si avvicinano all'organizzazione del premio, dal basso, chiedendo cosa possono fare, come possono mettersi a disposizione «anche solo per trasportare materiale». È il riconoscimento più concreto del senso di comunità creatosi attorno all'organizzazione e alle attività del Premio Mario e Giuseppe Francese, di una memoria tangibile che, per dirla con Anneliese Knoop-Graf, «è memoria ed è riscatto».
Una vita per la cronaca
Lunedì 26 gennaio 2009 ore 21:00 Palermo, Teatro Politeama, Ingresso Libero
invito-francese
Costanza Calabrese, Felice Cavallaro, Filippo D'Arpa, Davide Enia, Francesco La Licata, Franco Nicastro, Salvo Piparo, Ernesto Maria Ponte, Gian Antonio Stella, Salvo Toscano
Cari colleghi, ho il piacere di invitarvi a nome del Consiglio a partecipare alle iniziative che l'Ordine ha promosso in occasione del trentennale dell'uccisione di Mario Francese. Nel comunicato il programma della giornata del 26 gennaio 2009. Grazie di cuore.
Franco Nicastro
Una serata al teatro Politeama di Palermo per ricordare Mario Francese, nel trentesimo anniversario della sua morte per mano mafiosa. "Una vita per la cronaca - Mario Francese trent'anni dopo" è l'iniziativa promossa dall'Ordine dei giornalisti di Sicilia, in collaborazione con la Zerotre, che si terrà lunedì 26 gennaio alle 21. La manifestazione in memoria del cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, assassinato da Cosa nostra per le sue inchieste scomode, è il primo appuntamento con il premio intitolato a Francese, che verrà consegnato nella seconda metà dell'anno.
La serata metterà insieme giornalismo e teatro e sarà introdotta dall'intervento del presidente dell'Ordine siciliano Franco Nicastro. All'evento parteciperanno anche gli inviati Felice Cavallaro e Gian Antonio Stella (Corriere della Sera) e Francesco La Licata (La Stampa).
In programma anche tre momenti di teatro, con le esibizioni di tre artisti palermitani. Davide Enia proporrà il monologo "L'uccello grifone". Ernesto Maria Ponte reciterà il monologo "Sono mafioso", scritto con Filippo D'Arpa. Salvo Piparo, infine, leggerà un monologo inedito e ispirato alla figura di Francese, scritto per l'occasione da Felice Cavallaro e Filippo D'Arpa. Presenteranno i giornalisti Costanza Calabrese e Salvo Toscano.
In occasione della serata sarà anche distribuito il volume monografico edito dalla Novantacento e pubblicato in allegato al mensile di cronaca "S" che ripropone l'ultima grande inchiesta di Francese sugli affari che la mafia stava preparando alla fine degli anni '70. Un'inchiesta che fa riferimento a personaggi e vicende ancora attuali nelle indagini che riguardano Cosa nostra.
In mattinata è previsto alle 9,30 un raccoglimento, per iniziativa dell'Unione nazionale cronisti, davanti alla lapide di viale Campania che ricorda il delitto. Alle 10,30 sarà celebrata una messa nella cappella delle suore Paoline in corso Vittorio Emanuele 456, di fronte alla Cattedrale. Subito dopo, in una saletta della libreria delle Paoline, si svolgerà un confronto sui temi etici del giornalismo e sui nuovi media tra il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro, e il direttore della pastorale per le comunicazioni sociali dell'arcidiocesi di Palermo, Pino Grasso. L'incontro sarà moderato da suor Fernanda Di Monte.
Una strada per Mario Francese
Una via di Aspra ricorderà il cronista ucciso dalla mafia nel 1979. Il 25 gennaio le grandi firme del giornalismo nella città delle ville
12/01/2008
Una strada per Mario Francese Il suo stile era semplice e diretto: raccontava ciò che vedeva e scopriva, come ogni giornalista dovrebbe fare. Pigiava i tasti della sua macchina da scrivere e riusciva a dare la sensazione di avere vissuto i fatti insieme a lui: dal massacro in pieno giorno alla Vucciria alla speculazione edilizia nella ricostruzione nella Valle del Belice, passando per una storica intervista a Ninetta Bagarella, moglie di un certo Totò Riina che in quegli anni era una sorta di male invisibile.
Mario Francese era un cronista di razza, uno di quegli eroi di cui la Sicilia non dovrebbe avere bisogno. Per primo scrisse sul Giornale di Sicilia della frattura nella «commissione mafiosa» tra i fedelissimi di Luciano Liggio e i «guanti di velluto», l´ala "moderata". E Cosa nostra non glielo perdonò, uccidendolo la sera del 26 gennaio 1979 davanti casa, mentre rientrava dopo una dura giornata di lavoro. A decidere la sua morte furono Totò Riina, Bernardo Provenzano, Nenè Geraci, Francesco Madonia, Raffaele Ganci, Leoluca Bagarella, quest´ultimo esecutore materiale. Solo i proiettili riuscirono a fermare la sua sete di verità.
A 29 anni di distanza da quel giorno, il Comune di Bagheria ha deciso di intitolare al cronista ucciso dalla mafia una strada di Aspra. L´attuale via Chiusa diventerà via Mario Francese il prossimo 25 gennaio, al termine di un importante convegno dal titolo "La notizia sotto assedio - corsa ad ostacoli delle tante scomode verità dell'Informazione" e della premiazione dei vincitori del premio istituito dall´Ordine dei Giornalisti di Sicilia e intitolato proprio alla memoria di Francese. Per l´evento, previsto nella splendida cornice di Villa Cattolica, è già annunciata la partecipazione di grandi firme del giornalismo e personalità impegnate nella lotta alla mafia: tra queste il direttore del Tg1 Gianni Riotta, il presidente dell´Ordine dei Giornalisti di Sicilia Franco Nicastro, il condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi, il sacerdote Francesco Michele Stabile, i giornalisti Lirio Abbate, Vincenzo Vasile, Gaetano Savatteri, Dino Paternostro, Egle Palazzolo e Francesco La Licata, il pm Maurizio De Lucia, infine il consulente informatico della procura Gioacchino Genchi. Prevista anche la proiezione del video vincitore del premio e l´inaugurazione della mostra "Una vita in cronaca", la storia di Mario Francese in 25 pannelli di foto, cronaca e commenti.
Giusto Ricupati