Vent’anni senza Giuseppe Francese, il ricordo a Palermo “Vive ancora con noi” – il video
Nel ventennale della sua scomparsa, si è svolta nel capoluogo siciliano una manifestazione culturale per ricordarlo
Ha speso la sua vita a lottare per la verità e ci ha lasciato un messaggio molto importante, troppo spesso dimenticato: mai rassegnarsi. Ma la lotta, è risaputo, logora.
Questa in breve è la parabola di Giuseppe Francese, che aveva solo 12 anni quando Mario Francese fu ucciso dai mafiosi, e lottò poi con determinazione per portare alla sbarra gli assassini del padre, riuscendoci.
Giuseppe Francese, il ricordo di Giulio
“All’inchiesta prima e al processo dopo mio fratello dedicò tutte le sue energie per ottenere verità e giustizia per mio padre, cronista del ‘Giornale di Sicilia’ ucciso dalla mafia di Totò Riina il 26 gennaio del 1979, una morte inghiottita dall’oblio per troppo tempo”, scrive il giornalista Giulio Francese, attualmente consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
“Un silenzio al quale Giuseppe si è opposto con tutte le sue forze, non rassegnandosi, ma addentrandosi tra gli scritti di mio padre per cercare un filo che portasse alla verità. Obiettivo raggiunto con la riapertura, dopo 20 anni, dell’inchiesta, cui diede un grande contributo. Seguì il processo e la condanna dei boss di Cosa nostra. Poco tempo dopo Giuseppe decise di porre fine alla sua esistenza”.
L’evento a Palazzo Montalbo
Nel ventennale della sua scomparsa, avvenuta il 3 settembre del 2002, si è svolta una manifestazione culturale per ricordarlo dal titolo “Quella luce negli occhi quel bisogno di verità”, tenutasi ieri, nel giorno del compleanno di Giuseppe, nella sede de "Centro Regionale per la progettaziome e il Restauro", dentro Palazzo Montalbo.
L’evento, presentato Salvatore Cernigliaro, è stato organizzato dalla famiglia, dall’associazione “Uomini del Colorado”, dalla cooperativa Solidaria e dal Comitato Educativo della VI Circoscrizione del Comune di Palermo, in collaborazione con l’assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, diretto dalla dottoressa Alessandra De Caro, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia.
Le iniziative svolte
Hanno partecipato gli amici di Giuseppe, giornalisti, avvocati, il presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, che fu il relatore della sentenza del processo di primo grado contro gli assassini di Mario Francese, e la pm di quel processo, Laura Vaccaro, oggi procuratrice aggiunta di Palermo.
L’attore Salvo Piparo ha letto magistralmente due articoli scritti da Giuseppe, che tra ironia e crudo realismo, ha raccontato la mafia con la preoccupazione nel cuore di una sua possibile sconfitta. L’architetto Rossella Giletto e Padre Michele Stabile hanno esposto le iniziative svolte nel nome di Giuseppe ed è stata allestita una mostra fotografica “Sguardi oltre il disagio” di Nino Pillitteri e Massimo Francese.
Venerdì 25 gennaio, la catena umana della scuola Pecoraro
Oltre duecento ragazzi della scuola media Antonino Pecoraro, venerdì 25 gennaio 2019, hanno dato vita a una catena umana formatasi attorno alla targa di piazza Mario Francese. Gli studenti hanno letteralmente "abbracciato" la targa, disponendosi attorno a essa.
Emozioni e suggestioni fortissime, malgrado la pioggia battente. Squarcia il silenzio Alessandro Rosselli, uno studente della Pecoraro che legge una lettera in cui parla di Mario Francese «modello di giornalismo investigativo, che si identifica talmente con il suo lavoro da accorrere sulla scena di un fatto di sangue anche se non è "in servizio". Il suo lavoro lo fa con passione, nonostante "tutto e tutti", nonostante gli ostacoli che incontra. Così vogliamo ricordarlo, noi ragazzi, come un esempio di cittadino che persegue il suo dovere con dedizione e ama la propria città».
Poi, un gruppo di ragazzi si distacca dalla catena umana, raggiunge il centro della piazza. Ciascuno porta un cartello, con su scritta una lettera: una "P", una "E", e via via otto lettere a formare la scritta "Per Mario". I cartelli vengono alzati al cielo, i ragazzi scandiscono il coro: "Per Mario", una seconda fila di studenti alza altri cartelli con la scritta #iostoconborrometi. È un corto circuito della storia, Palermo che grazie ai suoi ragazzi si sveglia di colpo, ritrova il senso della memoria, ricorda Mario Francese dopo anni di oblio, di "distrazioni" e dimenticanze. Un tam tam di messaggi che raggiunge subito Paolo Borrometi, che vive sotto scorta perché minacciato dalla mafia, che riceve la solidarietà e l'abbraccio della piazza palermitana. Una piazza che si presenta con una veste inedita, anche per quanto riguarda la presenza istituzionale, mai forte come quest'anno. Viene scoperta la targa di piazza Mario Francese, alla presenza del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, del presidente della V commissione consiliare al Comune di Palermo Francesco Bertolino, dei rappresentanti della VI circoscrizione.
Sempre nella mattinata del 25 gennaio l'inaugurazione della mostra dedicata a Mario Francese al No mafia memorial di corso Vittorio Emanuele 353. Oltre al sindaco, tra gli altri, presenti l'assessore Roberto Lagalla in rappresentanza del governo regionale, il direttore del Giornale di Sicilia Antonio Ardizzone, il vicedirettore del Giornale di Sicilia Marco Romano, il fondatore del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" Umberto Santino, il presidente del Centro studi "Pio La Torre" Vito Lo Monaco. E tante persone che si avvicinano all'organizzazione del premio, dal basso, chiedendo cosa possono fare, come possono mettersi a disposizione «anche solo per trasportare materiale». È il riconoscimento più concreto del senso di comunità creatosi attorno all'organizzazione e alle attività del Premio Mario e Giuseppe Francese, di una memoria tangibile che, per dirla con Anneliese Knoop-Graf, «è memoria ed è riscatto».
Una vita per la cronaca
Lunedì 26 gennaio 2009 ore 21:00 Palermo, Teatro Politeama, Ingresso Libero
invito-francese
Costanza Calabrese, Felice Cavallaro, Filippo D'Arpa, Davide Enia, Francesco La Licata, Franco Nicastro, Salvo Piparo, Ernesto Maria Ponte, Gian Antonio Stella, Salvo Toscano
Cari colleghi, ho il piacere di invitarvi a nome del Consiglio a partecipare alle iniziative che l'Ordine ha promosso in occasione del trentennale dell'uccisione di Mario Francese. Nel comunicato il programma della giornata del 26 gennaio 2009. Grazie di cuore.
Franco Nicastro
Una serata al teatro Politeama di Palermo per ricordare Mario Francese, nel trentesimo anniversario della sua morte per mano mafiosa. "Una vita per la cronaca - Mario Francese trent'anni dopo" è l'iniziativa promossa dall'Ordine dei giornalisti di Sicilia, in collaborazione con la Zerotre, che si terrà lunedì 26 gennaio alle 21. La manifestazione in memoria del cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, assassinato da Cosa nostra per le sue inchieste scomode, è il primo appuntamento con il premio intitolato a Francese, che verrà consegnato nella seconda metà dell'anno.
La serata metterà insieme giornalismo e teatro e sarà introdotta dall'intervento del presidente dell'Ordine siciliano Franco Nicastro. All'evento parteciperanno anche gli inviati Felice Cavallaro e Gian Antonio Stella (Corriere della Sera) e Francesco La Licata (La Stampa).
In programma anche tre momenti di teatro, con le esibizioni di tre artisti palermitani. Davide Enia proporrà il monologo "L'uccello grifone". Ernesto Maria Ponte reciterà il monologo "Sono mafioso", scritto con Filippo D'Arpa. Salvo Piparo, infine, leggerà un monologo inedito e ispirato alla figura di Francese, scritto per l'occasione da Felice Cavallaro e Filippo D'Arpa. Presenteranno i giornalisti Costanza Calabrese e Salvo Toscano.
In occasione della serata sarà anche distribuito il volume monografico edito dalla Novantacento e pubblicato in allegato al mensile di cronaca "S" che ripropone l'ultima grande inchiesta di Francese sugli affari che la mafia stava preparando alla fine degli anni '70. Un'inchiesta che fa riferimento a personaggi e vicende ancora attuali nelle indagini che riguardano Cosa nostra.
In mattinata è previsto alle 9,30 un raccoglimento, per iniziativa dell'Unione nazionale cronisti, davanti alla lapide di viale Campania che ricorda il delitto. Alle 10,30 sarà celebrata una messa nella cappella delle suore Paoline in corso Vittorio Emanuele 456, di fronte alla Cattedrale. Subito dopo, in una saletta della libreria delle Paoline, si svolgerà un confronto sui temi etici del giornalismo e sui nuovi media tra il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro, e il direttore della pastorale per le comunicazioni sociali dell'arcidiocesi di Palermo, Pino Grasso. L'incontro sarà moderato da suor Fernanda Di Monte.
Una strada per Mario Francese
Una via di Aspra ricorderà il cronista ucciso dalla mafia nel 1979. Il 25 gennaio le grandi firme del giornalismo nella città delle ville
12/01/2008
Una strada per Mario Francese Il suo stile era semplice e diretto: raccontava ciò che vedeva e scopriva, come ogni giornalista dovrebbe fare. Pigiava i tasti della sua macchina da scrivere e riusciva a dare la sensazione di avere vissuto i fatti insieme a lui: dal massacro in pieno giorno alla Vucciria alla speculazione edilizia nella ricostruzione nella Valle del Belice, passando per una storica intervista a Ninetta Bagarella, moglie di un certo Totò Riina che in quegli anni era una sorta di male invisibile.
Mario Francese era un cronista di razza, uno di quegli eroi di cui la Sicilia non dovrebbe avere bisogno. Per primo scrisse sul Giornale di Sicilia della frattura nella «commissione mafiosa» tra i fedelissimi di Luciano Liggio e i «guanti di velluto», l´ala "moderata". E Cosa nostra non glielo perdonò, uccidendolo la sera del 26 gennaio 1979 davanti casa, mentre rientrava dopo una dura giornata di lavoro. A decidere la sua morte furono Totò Riina, Bernardo Provenzano, Nenè Geraci, Francesco Madonia, Raffaele Ganci, Leoluca Bagarella, quest´ultimo esecutore materiale. Solo i proiettili riuscirono a fermare la sua sete di verità.
A 29 anni di distanza da quel giorno, il Comune di Bagheria ha deciso di intitolare al cronista ucciso dalla mafia una strada di Aspra. L´attuale via Chiusa diventerà via Mario Francese il prossimo 25 gennaio, al termine di un importante convegno dal titolo "La notizia sotto assedio - corsa ad ostacoli delle tante scomode verità dell'Informazione" e della premiazione dei vincitori del premio istituito dall´Ordine dei Giornalisti di Sicilia e intitolato proprio alla memoria di Francese. Per l´evento, previsto nella splendida cornice di Villa Cattolica, è già annunciata la partecipazione di grandi firme del giornalismo e personalità impegnate nella lotta alla mafia: tra queste il direttore del Tg1 Gianni Riotta, il presidente dell´Ordine dei Giornalisti di Sicilia Franco Nicastro, il condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi, il sacerdote Francesco Michele Stabile, i giornalisti Lirio Abbate, Vincenzo Vasile, Gaetano Savatteri, Dino Paternostro, Egle Palazzolo e Francesco La Licata, il pm Maurizio De Lucia, infine il consulente informatico della procura Gioacchino Genchi. Prevista anche la proiezione del video vincitore del premio e l´inaugurazione della mostra "Una vita in cronaca", la storia di Mario Francese in 25 pannelli di foto, cronaca e commenti.
Giusto Ricupati
Una piazza e un giardino per Mario e Giuseppe 2014
Una piazza importante a Corleone intitolata a Mario e Giuseppe Francese, uno spazio verde "Francese" in Viale Campania, una cerimonia a Siracusa dove l'amministrazione comunale si è impegnata a intitolargli un giardino. Una tre giorni intensa, culminata con il Premio che porta il suo nome al regista Pif, quella dedicata a Mario Francese, nel 35.mo anniversario del suo omicidio la sera del 26 gennaio 1979 per mano dei "corleonesi" di Totò Riina.
E proprio nella cittadina di Riina, Provenzano e Bagarella sono iniziate le manifestazioni in onore del cronista giudiziario del Giornale di Sicilia messo a tacere a colpi di p38. "Memoria in piazza" il titolo della giornata voluta fortemente dal sindaco Lea Savona per raccontare una Corleone diversa, che dice no alla ferocia di boss del calibro di Riina, Provenzano e Bagarella che di questo paese sono diventati icona. E lo fa celebrando Mario Francese con un convegno e intitolando a lui e al figlio Giuseppe, la cui esistenza è stata segnata per sempre dall'omicidio del padre, l'ex piazza Santa Maria.
All'incontro nella scuola "Don Giovanni Colletto" hanno partecipato gli studenti delle scuole elementari e medie e le classi del liceo scientifico e dell’Istituto Agrario di Corleone. Un esercito di giovani accorsi per ascoltare la storia di Mario e Giuseppe, due martiri della verità vittime della ferocia di Cosa nostra. A fare gli onori di casa Rosa Crapisi – dirigente scolastico dell’Istituto “Don Giovanni Colletto”, mentre ad aprire il dibattito, moderato da Angelo Marino, è stato il sindaco che ha ricordato il legame affettivo di Mario Francese, che era solito trascorrere le vacanze estive a Campofiorito, con il territorio di Corleone e con la popolazione. La figura di Mario Francese è stata raccontata da Riccardo Arena, presidente dell'Ordine dei Giornalisti. Gianfranco Zanna, di Legambiente, ha parlato delle inchieste di Mario Francese che rivelarono la feroce scalata al potere del clan di Corleone e in particolare si è soffermato sul grande valore dell'inchiesta sulla Diga Garcia. Una diga che da giugno 2013, su proposta di Legambiente porta il nome di Mario Francese.
Nell'aula gremita Giulio Francese ha parlato del fratello Giuseppe, seguito dal prof. Nino Pillitteri, che di Giuseppe era amico e che con Giuseppe ha vissuto a Corleone una esperienza nelle prime radio libere. Quindi ci si è spostati nella vicina piazza S. Maria che è stata intitolata a Mario e Giuseppe Francese, vittime della mafia, si legge sulla lapide in marmo.
Una piazza vicina a quella che porta il nome di Borsellino e Falcone. " È un'iniziativa - ha detto commossa il sindaco di Corleone Lea Savona - che faparte di un percorso della memoria che continueremo a portare avanti. La scelta di intitolare una piazza a Mario e a Giuseppe Francese – ha detto il sindaco – è un atto dovuto alla memoria di due uomini caduti mentre marciavano su un sentiero di legalità e giustizia. In particolare, abbiamo ritenuto che la figura e la storia di Giuseppe rispecchiassero nei giovani, destinatari del dibattito di oggi, quell’esempio di onestà che la nostra amministrazione persegue quotidianamente. Respingiamo e disconosciamo “concittadini” come Totò Riina le cui dichiarazioni sono all’ordine del giorno sui giornali. Corleone non ci sta e sarà sempre in prima linea nella promozione di iniziative a favore della legalità e dell’edificazione di una società pulita. Così come non ci stancheremo mai di chiedere scusa alle vittime della mafia e ai loro familiari".
Altra intitolazione e altra cerimonia l'indomani, 26 gennaio, in viale Campania, dove Mario Francese aveva la sua abitazione e dove fu assassinato. Il comune gli ha intitolato lo spazio verde che ospita una lapide in ricordo del delitto di 35 anni fa. Uno spazio verde strappato al degrado, in cui sono stati piantumati fiori, palme e alberi ad alto fusto. "Un giardino è forse il modo migliore per ricordare M ario Francese - ha detto il nuovo prefetto Francesca Cannizzo - perchè un giardino è qualcosa di vivo, che mette radici, come noi vogliamo che sia per Mario Francese in questa città".
Alla cerimonia, organizzata con Leone Zingales dell'Unione Cronisti Italiani, sono intervenuti anche il sindaco Leoluca Orlando, i vertici delle Forze dell'Ordine e numerosi cittadini e giornalisti e i familiari di Mario Francese.
Un martire della verità - ha detto Orlando - che ha dedicato la sua vita e il suo impegno da professionista libero alla lotta contro la mafia. Siamo qui questa mattina per ricordare il suo sacrificio, affinché le giovani generazioni continuino a percorrere un sentiero di legalità e giustizia". "Momenti come questo - ha aggiunto - non devono rimanere sterili rituali, ma oggi più che mai è necessario risvegliare le coscienze per contrastare l'intreccio perverso tra sistema politico affaristico mafioso e sistema di corruzione". "Sono certo, ed è anche il mio appello, - ha concluso Orlando - che questa area recuperata in Viale Campania verrà tutelata e mantenuta con decoro da cittadini e operatori del quartiere".
E un giardino per mantenere "vivo" il ricordo di Mario Francese è anche l'impegno preso dall'amministrazione comunale di Siracusa, città natale del cronista. La proposta, formulata dal segretario provinciale dell'Assostampa nel corso della cerimonia culminata nella deposizione di un omaggio floreale per ricordare il cronista a 35 anni dalla sua uccisione, è stata accolta dal Sindaco Giancarlo Garozzo e dell'assessore comunale alla cultura Alessio Lo Giudice, presenti alla cerimonia. In largo Leonardo da Vinci, dove si trova posizionata la lapide che ricorda Mario Francese, c'era anche la sorella del cronista, Maria, alla quale i giornalisti siracusani hanno consegnato una targa "tenace custode dei valori della legalità nel nome di Mario".
Dai due amministratori presenti è giunta l'assicurazione che il Comune metterà in campo, assieme all'Assostampa, ogni utile azione per riuscire a realizzare il "Giardino Mario Francese"; si proverà a verificare la fattibilità dell'intervento in un'area nei pressi dell'Istituto comprensivo Elio Vittorini. La speranza del sindaco è che già dal prossimo anno la commemorazione di Mario Francese possa svolgersi nel nuovo 'giardino'. L'assessore Lo Giudice ha anche sollecitato l'avvio di una serie di iniziative che coinvolgano le scuole della città nel nome e nell'esempio del giornalista.
Una fiction e tre giornate per Mario
Dal 18 al 26 gennaio Palermo e Corleone con tre intensi appuntamenti ricordano due tragici delitti avvenuti per mano mafiosa nello stesso giorno, a distanza di un anno esatto: Ugo Triolo e Mario Francese. Triolo, avvocato nonché vicepretore onorario di Prizzi, fu assassinato il 26 gennaio 1978 a Corleone, e la stessa sorte toccò al giornalista Mario Francese il 26 gennaio del 1979. Un filo sottile quello che unisce i due omicidi legati dallo stesso destino e che ancora oggi mette in evidenza problematiche mai sopite e ancora in cerca di una verità. Il ciclo di eventi, organizzato dal comitato “26 gennaio” e dall’ex sindaco di Corleone Pippo Cipriani in collaborazione con i Comuni di Palermo e Corleone, e con l’adesione dell’Università di Palermo, di Libera, dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese e di diversi istituti scolastici del Corleonese, prende il via giovedì 18 gennaio con il convegno “Palermo e Corleone, dal ricordo delle vittime innocenti al contrasto alla mafia”, alle 17.30 nell’aula consiliare del Comune del capoluogo. All’incontro, che rientra tra gli eventi formativi per i giornalisti e dà diritto a due crediti, saranno presenti il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, lo storico Nino Blando che rievocherà i due tragici omicidi insieme a Felice Cavallaro, all’epoca dei fatti giovane amico e collega di Francese, e al cronista Salvo Palazzolo, con loro l’avvocato Enza Rando responsabile nazionale di Libera. Sarà l’occasione per rivivere quei momenti, anche attraverso le parole di chi ha sperimentato in prima persona quei fatti tragici: da Giulio Francese, figlio di Mario, oggi presidente dell’Odg Sicilia, a Dario Triolo, figlio dell’avvocato assassinato. Un incontro per capire e conoscere le famiglie mafiose che hanno dominato sul territorio e quanto è stato fatto negli ultimi anni grazie a quegli eroi che hanno pagato un duro prezzo per offrirci un futuro di libertà. Sempre il 18 al termine dell’evento formativo, alle 20, sarà la volta della proiezione in anteprima - andrà in onda su Canale 5 il 21 gennaio in prima serata - del film “Delitto di mafia - Mario Francese”. liberisognatori Si tratta del secondo appuntamento della serie Liberi Sognatori, la fiction prodotta da Taodue che racconta la vita degli eroi civili della storia contemporanea. In sala saranno presenti gli attori Claudio Gioé (nei panni di Mario Francese) e Marco Bocci (che interpreta il figlio Giuseppe). Il secondo appuntamento è per lunedì 22 gennaio, alle 11, nell’aula magna dell’istituto scolastico “Don Colletti”, a Corleone, ed è rivolto agli studenti di due istituti superiori, con la partecipazione di Leonardo Agueci e Franco Nicatro, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti. L’ultimo incontro è previsto il 26 gennaio a Corleone, nell’ex Moschea S. Andrea, nel quartiere dei Riina, per suggellare la nascita di un’associazione delle vittime innocenti di mafia, alla presenza del fondatore di Libera Don Ciotti, del cronista Franco Viviano e del direttore del Giornale di Sicilia Marco Romano. Tre appuntamenti tra Corleone e Palermo nel ricordo di Ugo Triolo e Mario Francese. Per l'occasione è stato realizzato uno speciale annullo postale che sarà presentato durante la cerimonia.
“Tra le due storie c’è un legame molto profondo - ricorda l’ex sindaco di Corleone Cipriani - la sera stessa dell’omicidio di Triolo, da profondo conoscitore delle vicende corleonesi, Francese capì subito l’importanza di quel delitto e fu il primo a intuire il pericolo rappresentato dalla la mafia Corleonese. Tanto è vero che dopo Triolo, la mafia colpì a morte Francese. Il comitato, che ha aiutato a organizzare questo evento, vuole lasciare una sorta di seme per contribuire a far nascere a Corleone un’associazione per la tutela delle vittime innocenti di mafia, la promozione della legalità e - conclude - il contrasto al crimine organizzato”. Venerdì 26 gennaio, infine, alle 9 davanti al cippo in viale Campania che ricorda l’agguato in cui perse la vita il cronista del Giornale di Sicilia, l'Unci ha organizzato una cerimonia di commemorazione. Saranno presenti la vedova Maria Sagona, i figli Giulio, Fabio e Massimo. Interverranno il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e i vertici dell'Assostampa regionale. Anche a Siracusa, dove era nato nel 1925, la locale sezione Unci guidata da Francesco Nania ricorderà Francese con un evento che si svolgerà alle 9.30 del 26 gennaio nel giardino pubblico di piazza Leonardo da Vinci.. “Tra le due storie c’è un legame molto profondo - ricorda l’ex sindaco di Corleone Cipriani - la sera stessa dell’omicidio di Triolo, da profondo conoscitore delle vicende corleonesi, Francese capì subito l’importanza di quel delitto e fu il primo a intuire il pericolo rappresentato dalla la mafia Corleonese. Tanto è vero che dopo Triolo, la mafia colpì a morte Francese. Il comitato, che ha aiutato a organizzare questo evento, vuole lasciare una sorta di seme per contribuire a far nascere a Corleone un’associazione per la tutela delle vittime innocenti di mafia, la promozione della legalità e - conclude - il contrasto al crimine organizzato”. Venerdì 26 gennaio, infine, alle 9 davanti al cippo in viale Campania che ricorda l’agguato in cui perse la vita il cronista del Giornale di Sicilia, l'Unci ha organizzato una cerimonia di commemorazione. Saranno presenti la vedova Maria Sagona, i figli Giulio, Fabio e Massimo. Interverranno il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e i vertici dell'Assostampa regionale.
Mario Francese sarà ricordato anche a Siracusa, dove era nato, con una cerimonia che si svolgerà alle 10 di venerdì 26 gennaio davanti alla lapide che si trova all’interno del Giardino “Mario Francese” in via Francesco Maria Cavallari (ex Casina Cuti) del parco archeologico della Neapolis.
Interverranno, tra gli altri, il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, il segretario dell’Ordine Giornalisti di Sicilia, Santo Gallo, il segretario regionale dell’Assostampa della Sicilia, Alberto Cicero, il segretario provinciale dell’Assostampa, Prospero Dente, il fiduciario della sezione Unci di Siracusa, Francesco Nania, autorità civili e militari. All’evento parteciperanno anche gli alunni dell’Istituto comprensivo “Lombardo Radice”. Nel pomeriggio del 26, alle 17,30, sarà celebrata una messa nella chiesa di Sant’Angela Merici in via Piazza Armerina alla quale prenderà parte la sorella di Mario Francese, signora Maria.
<La figura di Mario Francese – ha dichiarato Francesco Nania, fiduciario della sezione Unci di Siracusa – è un punto di riferimento per noi cronisti ed il suo sacrificio, strettamente collegato alle inchieste condotte sul campo, rappresentano un esempio di coerenza e di professionalità: valori che un cronista deve sempre tenere ben presente nell’approcciarsi ai fatti da approfondire>.
Studenti Alcamo, omaggio a Mario
Giornata di manifestazioni in tutt'Italia per ricordare i 25 anni della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli uomini della scorta. In questa giornata di memoria si è mobilitata anche la scuola media Nino Navarra di Alcamo. Alle 8,30 di questo 23 maggio, 25° anniversario della strage, gli studenti pianteranno un albero di alloro presso la Navarra dedicata a Mario Francese, il giornalista del Giornale di Sicilia che prima di tutti capì la scalata e pericolosità dei corleonesi di Totò Riina e venne assassinato dalla mafia. Dopo gli studenti formeranno il Corteo della legalità con incontro con le autorità in piazza Ciullo. Prevista la deposizione di una corona d’alloro in piazza Falcone e Borsellino e presentazione di vari progetti quali : “Il baby consiglio comunale”, le vie dedicate alla mafia, la canzone “Vietato morire”, incontro con l’associazione Libera. Le cerimonie si concluderanno con un concerto degli alunni ad indirizzo musicale della “Navarra”.
La piantumazione dell'albero è l'omaggio che la Navarra ha voluto dedicare a Mario Francese, il giornalista che ha impressionato molto per il suo impegno e la sua passione civile i ragazzi e che la scuola ha voluto adottare. Nei giorni scorsi gli studenti hanno incontrato Giulio Francese, figlio di Mario, anche lui giornalista. Un incontro particolarmente intenso, con momenti di grandi commozione. Numerose le domande poste all'ospite dagli studenti, che nei giorni successivi hanno fatto dei resoconti sull'incontro e sul significato di questa esperienza. Ecco di seguito due articoli scritti da loro.
UNITI PER LA LEGALITÀ
“La paura si ha, ma la paura, se si è insieme, si combatte, si affronta!." Con queste parole Giulio Francese, figlio di Mario Francese, giornalista ucciso dalla mafia, ha iniziato, davanti alla platea di noi giovani studenti nell’IC Navarra, il suo intervento, organizzato dalla nostra scuola nell’ambito del progetto “Settimana della legalità” grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Libera di Alcamo. [Leggi di seguito in Read more...]
Per il suo singolare esempio in Sicilia di «giornalismo investigativo», privo anche di ogni compiacenza verso i gruppi di potere collusi con la mafia, Cosa nostra ha eliminato il giornalista Mario Francese la sera del 26 gennaio 1979 davanti casa, mentre stava rientrando dopo una dura giornata di lavoro.
Nato a Siracusa il 6 Febbraio 1925, era divenuto in breve tempo una delle firme più stimate e uno dei più navigati conoscitori delle vicende mafiose, avendo sempre fatto una «lettura» acuta e approfondita del fenomeno mafia.
L’incontro con Giulio Francese non ha avuto solamente lo scopo di ricordare il sacrificio del padre e delle tante delle vittime e quindi la sofferenza dei familiari che hanno visto morire i propri cari, bersagli della violenza per aver ostacolato gli interessi dei criminali; è stato un momento di lezione civile che abbiamo raccolto e custodiremo nel nostro futuro: tutta la società deve essere coinvolta nel contrasto al fenomeno mafioso. Nessuno può chiamarsene fuori in quanto la lotta alla mafia è un dovere morale e civile.
La lotta alla criminalità organizzata, come ha affermato Giulio Francese, non può fermarsi alle forze dell’ordine e ai magistrati, ma deve coinvolgere l’intera società altrimenti le organizzazioni criminali continueranno a prosperare soprattutto nelle zone di complicità diffusa e di corruzione. Questo è l’orizzonte da raggiungere: uniti per la legalità...uniti per ostacolare il prevalere della cultura mafiosa e degli interessi criminali...uniti per rompere l’indifferenza o il silenzioso consenso agli intrecci moralmente riprovevoli…uniti per resistere alle prevaricazioni e all’accondiscendenza anche verso i più piccoli reati che limitano i diritti di tutti i cittadini.
Classe 3B
Memoria storica e responsabilità collettiva
Sono passati ormai venticinque anni dalle stragi del ’92 e io studentessa che oggi frequento la scuola sono parte di una generazione che porta, per così dire, nel corredo genetico l’eredità di quella memoria: delle stragi ho sentito parlare e ho fatto dei due grandi giudici palermitani i simboli coraggiosi della lotta alla mafia.
Sono il germoglio di quei giovani ventenni, vissuti proprio negli anni 90, i miei genitori, che hanno provato l’orrore di quella violenza e provato grande indignazione.
Non c’è il rischio che si perda un pezzo importante di memoria storica recente del nostro paese, la cui coscienza è basilare per essere cittadini attivi e responsabili.
Ma io, che vivo una quotidianità inquinata dalla cultura mafiosa , dalla convenienza “ a farsi i fatti propri”, dall’ammirazione nei confronti di chi delinque e ottiene prestigio, potere, denaro e l’impunità e soprattutto dall’indifferenza o tolleranza per la complicità tra potere e mafia, ho un sogno…dare una svolta alle nostre vite in questa terra duramente ferita dalla presenza mafiosa, presenza che uccide persone, distrugge le speranze e cancella la possibilità di un futuro.
Non voglio assumere un atteggiamento di distacco o rassegnazione o consenso passivo. E allora mi chiedo che cosa può rendere meno forti le organizzazioni criminali: “essere gruppo”. Insieme si propongono e si trasmettono comportamenti più coraggiosi, insieme si riesce a dare maggiore solidità e persistenza alle proprie azioni. Insieme si fanno progetti, ci si propone e ci si espone, insieme si diventa parte attiva della lotta contro la cultura mafiosa. Un senso di responsabilità collettiva diventa il punto di partenza per la speranza di un cambiamento
Alessandra Rocca, 3B