Francese, 37 anni dopo
Un altro anniversario, una manifestazione a Palermo per ricordare il sacrificio di Mario Francese, giornalista del Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia a Palermo la sera del 26 gennaio 1979 a pochi passi dalla sua abitazione.
La cerimonia, organizzata dal Gruppo siciliano dell'Unione nazionale cronisti italiani , si è svolta davanti alla lapide fatta collocare dieci anni fa proprio dall'Unci, in viale Campania nel punto esatto dove fu ucciso. Numerosi i presenti alla cerimonia, autorità, magistrati, forze dell'ordine, giornalisti, cittadini comuni. Erano presenti, tra gli altri, il prefetto Antonella De Miro, l'assessore del Comune di Palermo, Francesco Maria Raimondo (che ha sistemato davanti alla lapide un cuscino di fiori a nome della municipalità palermitana) il vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales, il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, il comandante regionale dell'esercito, generale Alessandro Veltri, il questore Guido Longo, i comandanti provinciali di Arma dei carabinieri e Guardia di finanza, colonnello Giuseppe De Riggi, e generale Giancarlo Trotta, il capocentro della Dia, colonnello Riccardo Sciuto. Presenti anche il presidente regionale dell'Ordine dei giornalisti, Riccardo Arena, ed il vice-segretario regionale dell'Assostampa, Massimo Bellomo, il condirettore del Giornale di Sicilia, Giovanni Pepi, ed i componenti del consiglio direttivo dell'Unci Sicilia Daniele Ditta, Antonella Romano, Giuseppe Lo Bianco ed Ernesto Scevoli. [...]
"Mario Francese - ha sottolineato Leone Zingales, vice-presidente nazionale dell'Unci - era un giornalista di razza. Un vero segugio degli uffici giudiziari. L'intera categoria con la sua tragica morte ha perso un faro, un vero esempio di serietà e professionalità”.“Il nostro Mario, titolava il giornale il giorno dopo l’uccisione di Francese - ha ricordato il presidente regionale dell'Unci, Andrea Tuttoilmondo -. Ed è partendo da quel ‘nostro’, da quel ‘comune denominatore’ che rappresenta il suo grande esempio per ciascuno di noi, che siamo chiamati ad onorare il suo ricordo. Facendo della memoria patrimonio condiviso, e terreno fertile per il dialogo e il confronto”.
Per il presidente regionale dell'Ordine dei giornalisti, Riccardo Arena, “Mario Francese rappresenta una pietra miliare per le giovani generazioni, in relazione al suo modo di fare giornalismo in un periodo in cui scrivere certe cose costituiva un pericolo”.
Giulio Francese, figlio di Mario, ha ringraziato i presenti per la partecipazazione alla cerimonia, “che non ritengo affatto rituale, anche perché per una lapide come questa e una cerimonia come questa che ricordasse il sacrificio di una persona valorosa come papà abbiamo dovuto attendere 27 anni. La mia speranza – ha continuato – è che il ricordo diventi memoria viva per i palermitani, perché mio padre e le tante vittime innocenti di Cosa nostra rappresentano un esempio e possono essere motivo di vanto e di orgoglio per i siciliani onesti”. Il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, ha sottolineato che “le ferite lasciate nell’anima da quei barbari omicidi, non sono soltanto le ferite di parenti e stretti congiunti di quelle vittime, ma sono ferite nell’anima di ciascuno di noi”.
Il sindaco ha fatto pervenire un messaggio:“Mario Francese – afferma Leoluca Orlando - era un uomo ed un professionista libero che ha mostrato quanto importante sia l'impegno di tutti e di ciascuno, quale che sia la sua formazione ideologica e quale che sia il suo impegno professionale. Le stragi di mafia sono di fatto cominciate nel '79, proprio con l'assassinio di Mario Francese e sono terminate nel settembre del '93 con l'uccisione di Padre Pino Puglisi, a testimonianza del fatto che libertà di informazione e lavoro formativo rivolto ai giovani sono entrambi pericolosi per la mafia". L'assessore comunale al Verde, Raimondo, presente alla manifestazione in rappresentanza del Comune, ha sottolineato che Mario Francese "è ancora oggi un netto esempio di libertà e professionalità per tutti i giornalisti e per tutti quei cittadini che ogni giorno, con il rispetto del lavoro e della cultura per la legalità, combattono ogni forma di criminalità”. Raimondo ha poi sottolineato che i luoghi della memoria meritano più rispetto e si è impegnato a migliorare lo spazio verde di Viale Campania intitolato a Francese, che da maggio, ha assicurato, ospiterà un roseto.
Un'altra cerimonia si è svolta a Siracusa, città natale di Mario Francese, sdavanti alla lapide che ricorda il cronista.
Francese migliore espressione del giornalismo
Mario Francese è stato ricordato, nel 42.mo anniversario della sua uccisione, dal presidente della Regione Nello Musumeci e dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
“Parlare di Mario Francese - ha detto Musumeci - significa parlare della migliore storia del giornalismo in Sicilia. Perché il cronista del Giornale di Sicilia è stato uno dei primi a intuire i cambiamenti all’interno di Cosa nostra e a descrivere l’ascesa al vertice dei corleonesi e le collusioni con i colletti bianchi, pubblicando, con coraggio, nomi e cognomi dei responsabili. Una scelta che ha pagato con la vita. In una giornata come questa rinnovare il ricordo non è uno sterile esercizio di retorica, ma uno stimolo per tutti noi a riflettere a fondo sul ruolo strategico che l’informazione libera deve ricoprire all’interno della società come presidio stabile di legalità e di democrazia».
"A 42 anni di distanza dalla sua morte, ricordiamo ancora Mario Francese, cronista vittima di un tempo in cui raccontare la mafia - ha detto il sindaco Orlando - era raccontare del legame fra criminali e politica, raccontare l'intreccio fra affari e politica. Anche grazie al lavoro di Francese e di tanti giornalisti, Palermo è oggi più libera"
Formigli vince il Premio Francese
Il giornalista e conduttore di Piazzapulita Corrado Formigli è il vincitore della XVIII edizione del Premio giornalistico intitolato a Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Impegnato da tempo sui fronti più esposti ai conflitti Formigli già nel 1998 si è distinto con un documentario sulla guerra in Algeria che ha ricevuto il riconoscimento del Premio Ilaria Alpi, confermato l’anno successivo per un reportage nel Sudafrica del dopo-apartheid e, anche durante le stagioni delle sue conduzioni di talk-show televisivi non si è mai rinchiuso negli studi televisivi, scegliendo di continuare a esercitare il suo mestiere di cronista in prima linea.
Il Premio dedicato ai giovani giornalisti emergenti, in memoria di Giuseppe Francese, è stato invece assegnato al siracusano Saul Caia. Coniugando diversi linguaggi, dal video alla scrittura, il lavoro di Caia evidenzia la conoscenza dei nuovi strumenti di informazione che viaggiano sul web, ai quali affianca una spiccata coscienza per i temi ambientali, svelando le brutture e le devastazioni del territorio siciliano, con un lavoro di ricerca e di indagine approfondito. Altri riconoscimenti saranno assegnati pure alle redazioni di TvA e Antenna Sicilia, storiche emittenti televisive alle prese con la crisi economica.
L’appuntamento è per venerdì 11 marzo, con inizio alle 9,30: giunto alla XVIII edizione, il Premio, il cui tema quest’anno sarà “Dalle guerre alla libertà”, come ogni anno è organizzato dall’Ordine di Sicilia, assieme all’associazione “Uomini del Colorado”, il cui nome è ispirato al celebre saluto di Francese quando lasciava la redazione del Giornale di Sicilia. La cornice sarà l’aula magna dell’antica sede del liceo scientifico Benedetto Croce, in via Benfratelli, a Palermo, interamente adornata da affreschi del pittore Pietro Novelli.
Filo conduttore di questa edizione sarà il tema delle guerre, che trae ispirazione da un’inchiesta che Mario Francese scrisse, poco più che trentenne, per l’edizione del centenario del Giornale di Sicilia (giugno 1960). Attraverso i suoi ricordi giovanili e la ricostruzione basata su documenti d’epoca, testimonianze e articoli di giornale, Francese raccontò gli attacchi aerei sulla Sicilia del 1940-’43. Un documento storico straordinario, ma anche una testimonianza della vita di Francese, in cui l’esperienza privata e quella pubblica si fondono. Uno scritto in cui il giovane cronista coglie e descrive le paure delle famiglie, i disagi degli sfollati, le privazioni della povera gente e perfino alcuni fotogrammi dell’ansia del ragazzo che era lui stesso, trasferitosi da Siracusa a Palermo, dove studiò. Su queste esperienze è nato il libro “Quando avevamo la guerra in casa”, edito da Mohicani. Il volume, pubblicato a cura dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, è impreziosito da un saggio sulla guerra, scritto dal giornalista Mario Genco, e dalle fotografie gentilmente concesse dall’archivio dei Vigili del fuoco di Palermo.
Nel corso della manifestazione uno spazio sarà dedicato anche al progetto coordinato dall’associazione “Libera”, che ha coinvolto gli studenti di alcuni istituti palermitani nella produzione di testi scritti e video. Il progetto sarà illustrato da Carmelo Pollichino, di Libera Palermo, insieme con alcuni ragazzi che commenteranno i propri lavori. Sul palco salirà anche Luana Targia, studentessa universitaria che si è laureata con la tesi "Mario e Giuseppe Francese, due esistenze legate all'amore per la verità". Un lavoro che si sofferma soprattutto sulla vita di Giuseppe, ne ripercorre l’esperienza, la storia e la sua personalità. Tra gli ospiti quest’anno ci sarà inoltre il rapper palermitano Othelloman. Durante la manifestazione, presentata dai giornalisti Paola Pizzo e Salvo La Rosa, sarà ricordata la collega Cristiana Matano, prematuramente scomparsa a causa di una grave malattia, storico volto della testata televisiva Tgs. Nell’ambito della manifestazione si svolgerà pure una rappresentazione teatrale dell’associazione Uomini del Colorado, durante la quale Silvia Francese, nipote di Mario, e l’attore Salvo Piparo, reciteranno brani teatrali, alcuni dei quali tratti dal libro di Francese. A conclusione della giornata, il dibattito moderato dai giornalisti Felice Cavallaro e Gaetano Savatteri, componenti della giuria del Premio.
Ecco chi era Giuseppe Francese
Sei testimonianze di "prima mano" di persone che hanno conosciuto Giuseppe Francese: sono gli amici giornalisti Lirio Abbate, Enrico Bellavia e Salvo Palazzolo, la dirigente regionale del suo ufficio, dr.ssa Gabriella Garifo, l'avvocato Fabio Lanfranca, che ha rappresentato la famiglia Francese nel processo ai boss di cosa nostra per l'omicidio di Mario Francese, il presidente del tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, che è stato il relatore della sentenza del processo di primo grado del medesimo processo.
ideazione di Salvatore Cernigliaro , musica: Airfish, fotografia della manifestazione Ph©CRPR
Consegnati i premi giornalistici Mario e Giuseppe Francese 2020
Palermo, 6 febbraio 2020 – Sono stati consegnati questa mattina, al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo, i quattro riconoscimenti del Premio nazionale di giornalismo Mario e Giuseppe Francese, giunto alla edizione numero 23 ed organizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia in collaborazione con Libera, l’associazione Uomini del Colorado e con la sezione siciliana del Centro Sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di Cinema. Due i riconoscimenti per il Premio Mario Francese, dedicato al cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio del 1979 e che oggi avrebbe compiuto 95 anni. Uno dei premi è andato a Nello Scavo, di “Avvenire”, come riconoscimento peri il suo scrupoloso lavoro svolto negli ultimi anni, durante i quali ha alzato il velo sugli interessi criminali dei grandi trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Scavo è riuscito a svelare la presenza del trafficante di esseri umani Abd al-Rahman al-Milad, meglio conosciuto come Bija, all’incontro di Mineo in Sicilia nel 2017 tra autorità italiane e libiche, per arrivare ad un accordo e bloccare le partenze di profughi.
L’altro riconoscimento a Umberto Santino, premiato per l’impegno di una intera esistenza dedicata alla memoria, intesa sia come lotta per assicurare giustizia e verità contro l’impasto politico-mafioso, sia come studio e riflessione continua per l’affermazione del principio della verità storica. Il Premio Giuseppe Francese è andato invece a Tullio Filippone, collaboratore palermitano di Repubblica, giovane cronista che ha scoperto e diffuso la storia della professoressa Rosellina Dell’Aria. Per la menzione speciale è stato scelto Gaetano Scariolo, cronista siracusano di nera, corrispondente dell’agenzia Agi a cui nello scorso mese di maggio hanno bruciato l’auto per le sue inchieste sulla criminalità.
:: Galleria Premio 2020 ( foto P. Calabrese) :: Galleria Facebook | Galleria web (foto T. Clemente)
E’ stata una mattinata dedicata alla memoria ma incentrata anche sull’impegno di tutti, a partire dalle nuove generazioni, con il coinvolgimento di 20 classi di 16 istituti secondari siciliani che hanno preso parte al concorso di cortometraggi “La Memoria contro la mafia”. Il video vincitore è “Vittima di giustizia”, realizzato dal Liceo classico Foscolo di Canicattì. Un cortometraggio che attraverso un personaggio di finzione ma fortemente emblematico, ha raccontato la memoria di una ragazza due volte vittima: dell'appartenenza ad una famiglia di mafia e della solitudine angosciosa di chi ha il coraggio di denunciare. “Per avere raccontato la storia con forza narrativa, linguaggio ferrato ed apprezzabile tecnica fotografica e di montaggio”, è scritto nella motivazione della giuria composta da Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia, dai giornalisti Salvatore Rizzo, Gian Mauro Costa e Maria Pia Farinella e dall’attrice Silvia Francese. Vai alla Galleria Galleria Facebook
Ai giovani si è rivolto anche Don Luigi Ciotti, ideatore di Libera, che non ha potuto essere presente e ha inviato un video messaggio. Ciotti ha invitato i giovani a “lottare sempre per una giustizia sociale che significhi lavoro, scuola, servizi e cultura”. “Nel nome di Mario e Giuseppe Francese – ha detto ancora don Ciotti – c’è bisogno di una memoria viva che si traduca, tutti i giorni, in responsabilità e impegno. Memoria e impegno sono due parole che devono diventare vita, carne, devono nutrirsi reciprocamente. Senza questa convivenza l'impegno può diventare routine e la memoria può trasformarsi nella pericolosissima retorica della memoria. Non basta ricordare le persone che non ci sono più, occorre sentirle di più dentro di noi”.
Nel corso della cerimonia, condotta dai giornalisti Lidia Tilotta e Luigi Perollo, è intervenuto tra gli altri il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna, che ha premiato Nello Scavo: “Il giornalista è testimone di verità – ha detto Verna. Il dovere di noi giornalisti è creare un senso di comunità per riuscire a realizzare gli obiettivi della costituzione. Nostro compito è consegnare il pacco prezioso della conoscenza, delle scelte consapevoli, concretizzare il diritto del cittadino ad essere correttamente informato. La nostra professione in questo momento deve essere un modello per gli altri contesti della comunicazione, come i social. Il nostro è un ruolo centrale”.
Sull’importanza nel coinvolgere i giovani per costruire percorsi di memoria e di consapevolezza è intervenuto Giulio Francese. “I ragazzi sono i protagonisti dell’oggi, non del domani. Sono capaci di fare scelte e capire cosa avviene intorno a loro. Nei loro confronti abbiamo però il dovere della chiarezza e della responsabilità della verità, dobbiamo spiegare loro come stanno le cose, raccontare delle profonde ferite che la mafia ha lasciato nelle famiglie e nel nostro tessuto sociale e cosa è oggi questa terra. Per loro è importante conoscere e interiorizzare l’esempio di chi non si è girato dall’altra parte e ha combattuto fino in fondo per i propri ideali”.
Sul palco è salita anche Chiara Natoli, di Libera, che ha presentato la grande manifestazione del 21 marzo, la XXV Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che quest’anno si svolgerà a Palermo coinvolgendo studenti provenienti da tutta la Sicilia e da tutta l’Italia. Il concorso di corti scolastico è stata proprio una tappa di avvicinamento alla manifestazione.
Durante la mattinata, inoltre, è stato proiettato un altro video, dei giornalisti Giovanni Tarantino e Pierpaolo Maddalena, che ha svelato un aspetto di Mario Francese sconosciuto ai più. Quello più intimo, familiare, quello che lo ha visto nella seconda metà degli anni Settanta presidente del Consiglio d’istituto della scuola Marconi, frequentata dai suoi figli. La preside dell’istituto, durante la cerimonia, ha annunciato l’avvio dell’iter per l’intitolazione di un plessodi piazza De Gasperi a Mario Francese, mentre la VI Circoscrizione comunale ha presentato un progetto di riqualificazione di piazza Francese. “E’ un inno alla vita se un plesso prende il nome di Francese o se una piazza che lo ricorda viene rigenerata – ha detto il sindaco Leoluca Orlando - Verità e giustizia sono le due parole che si usano per le vittime di mafia, ma per averle occorre la libertà. Francese è stato un esempio di uomo libero, innanzitutto dalla paura. Questo è l’insegnamento che ci ha dato e che trasforma il ricordo in memoria”.
All’insegna dei giovani anche la musica. I vari momenti della cerimonia sono stati infatti intervallati dall’esibizione delle cantanti Carla Leonardi e Marta Cacicia, allieve della Scuola popolare di musica del Brass, accompagnate al piano dal maestro Giuseppe Preiti.
Queste, infine, le motivazioni per il Premio Mario e Giuseppe Francese della commissione presieduta da Gaetano Savatteri e composta da Giulio Francese, figlio di Mario e presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia; Felice Cavallaro, inviato del Corriere della Sera; Salvatore Cusimano, direttore Rai Sicilia; Franco Nicastro, componente della giunta dell’Ordine nazionale e Riccardo Arena, consigliere dell’Ordine regionale.
PREMIO MARIO FRANCESE (NELLO SCAVO)
Cronista scrupoloso, reporter di guerra, testimone attento di uno dei drammi umani più laceranti, Nello Scavo ha svelato gli interessi criminali dei grandi trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Nei suoi articoli pubblicati dal giornale «Avvenire» ha documentato le brutali condizioni umane in cui sono costretti a vivere, e non sempre a sopravvivere, migliaia di disperati nei campi di detenzione libici prima di essere avviati a traversate che spesso si concludono tragicamente. Con le sue inchieste Scavo ha alzato il velo sui segreti imbarazzanti dei trafficanti, di cui ha mostrato perfino i volti, e sui loro rapporti con la Guardia costiera e i centri di governo della Libia. Per questo modello di giornalismo, espressione di un impegno civile sostenuto dalla forza dell’autonomia professionale, Scavo è stato posto sotto la tutela dello Stato. Per questo la commissione ha deciso di assegnargli il premio giornalistico Mario Francese.
PREMIO MARIO FRANCESE (UMBERTO SANTINO)
L’impegno di una vita nella ricostruzione della verità legata soprattutto al caso di Peppino Impastato è rappresentato dalla figura di Umberto Santino, fondatore a Palermo, con l’infaticabile e produttiva Anna Puglisi, del “Centro siciliano di documentazione” che porta il nome del giornalista eliminato dalla mafia nel 1978 a Cinisi. Di Umberto Santino va sottolineato come abbia sintonizzato una intera esistenza dedicandola alla memoria. Intesa sia come lotta per assicurare giustizia e verità contro l’impasto politico-mafioso, sia come studio e riflessione continua per l’affermazione del principio della verità storica. Così contribuendo talvolta alla riapertura delle indagini, come è avvenuto anche assicurando stimoli preziosi al lavoro della magistratura e della Commissione parlamentare antimafia. Essenziale il contributo offerto con numerosi testi adottati anche nelle università per l’analisi della mafia e dell’antimafia, con ricerche sulla borghesia mafiosa, su violenza mafiosa e impresa mafiosa, su mafia finanziaria e su mafie e globalizzazione. Naturale prosecuzione di questo impegno è l’apertura in pieno centro a Palermo, a Palazzo Gulì, del “No Mafia Memorial” legato a doppia mandata con l’intellettuale al quale per queste ragioni viene assegnato il Premio Mario Francese 2020.
PREMIO GIUSEPPE FRANCESE (TULLIO FILIPPONE)
Giovane cronista, già insignito dall’Ordine di Sicilia del premio Norman Zarcone come miglior nuovo pubblicista della sua sessione, Tullio Filippone ha scoperto e diffuso attraverso Repubblica Palermo la storia della professoressa Rosellina Dell’Aria, sospesa per 15 giorni dall’Ufficio scolastico provinciale con l’accusa di non avere vigilato su un lavoro dei suoi studenti, che avevano accostato i decreti sicurezza alle leggi razziali. Un caso che ha toccato nervi scoperti e ha tenuto banco per settimane e mesi non solo a livello nazionale, ma anche con riflessi sulla stampa estera e a livello politico in vari Paesi dell’Unione europea. L’insegnante è divenuta suo malgrado un personaggio pubblico, dall’enorme popolarità, ricevendo manifestazioni di solidarietà e vicinanza all’interno di una vicenda che ha creato enormi imbarazzi e non poche difficoltà ai palazzi del potere. Tutto questo si deve all’iniziativa e alla capacità di un giovane giornalista, che ha scoperto una grande storia e che per questo motivo si vede assegnare il Premio giornalistico Giuseppe Francese
PREMIO MARIO E GIUSEPPE FRANCESE (menzione speciale Gaetano Scariolo)
Cronista di nera di infinita esperienza e di grande coraggio, abituato a vivere in prima linea sul territorio, Gaetano Scariolo, per i suoi tanti articoli scritti sul Giornale di Sicilia e su altre testate, ha assunto la veste di personaggio scomodo e per questo ha subito l’incendio dell’automobile, danno ancora più grave per chi, come lui, è precario. Al di là dell’episodio delinquenziale di cui è stato vittima, Gaetano impersona la figura del giornalista che fa della presenza e della denuncia costante il proprio lavoro quotidiano, presidiando le zone di Siracusa, in cui esercita la professione, con un’informazione attenta e costante, che ha dato fastidio ai criminali che hanno cercato di intimidirlo. Per questo motivo la commissione gli ha attribuito un riconoscimento speciale, nel ricordo di Mario Francese, che di Siracusa era originario, e per sottolineare la presenza e la vicinanza dell’Ordine.
Concorso Generazione Reporter-Mario Francese
...nessuno come mario francese seppe con altrettanta singolare capacita' profetica disegnare coerenti scenari mafiosi, poi dimostratisi autentici a distanza di molti anni.
fu un visionario, nel senso piu' alto e positivo del termine. vedeva le cose in anticipo, una dote straordinaria, probabilmente unica, pagata col prezzo della vita. e tuttavia mario francese non e' morto, egli vive col suo esempio nel cuore di tutti noi, bandiera d'una categoria – quella dei giornalisti – in affannata crisi d'identita', divisa e lacerata al suo interno, piu' che mai pensosa del proprio avvenire, ma pur sempre capace d'uno scatto d'orgoglio. abbiamo dinanzi un modello di sicuro riferimento, teniamone sempre conto, oggi e sempre perché la maledizione dell'oblio non prevalga mai sulla memoria vissuta” ( Bent Parodi )
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Segue Bando e Regolamento qui sotto in Read More
Articolo 1
L’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e l’Associazione Uomini del Colorado, di Silvia e Giulio Francese, lanciano all’interno del PREMIO “MARIO FRANCESE”, a 90 anni dalla nascita del giornalista ucciso dalla mafia a Palermo il 26 gennaio 1979, la prima edizione del concorso “Generazione Reporter”. Con l’avvento di internet e di nuovi mezzi di comunicazione i giornalisti non hanno più l’esclusiva della notizia e sono sempre più le persone che si fanno promotrici di denunce e inchieste tramite blog, vlog, video, foto, articoli su giornali locali, siti internet. Il concorso apre a questo mondo nuovo e ai protagonisti emergenti dell’informazione. Dovranno essere presentati lavori giornalistici, sia scritti che in video: articoli, inchieste, documentari pubblicati su blog, giornali locali, siti internet o tramite supporto video trasmessi su canali televisivi nazionali, in chiaro, digitale terrestre, satellitari, web e tv locali e regionali o inediti prodotti durante il 2014.
Articolo 2
Il tema scelto per il concorso è: “IL CORAGGIO DELLA VERITA’: LEGALITA’ E IMPEGNO AL SERVIZIO DELLA SOCIETA’ CIVILE”.
Articolo 3
I partecipanti al concorso, senza limiti di età e non necessariamente giornalisti, dovranno inviare il loro materiale entro il 26 gennaio 2015. Il materiale video, su supporto DVD, dovrà essere spedito presso l’associazione “Uomini del Colorado ( via Vittorio Emanuele 334 -90134 Palermo). Per la data farà fede quella del timbro postale di spedizione. Gli articoli scritti su blog, giornali locali, siti internet, dovranno essere spediti all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Unitamente al materiale inviato dovranno essere specificati nome e cognome dell’autore, recapito telefonico, indirizzo, indirizzo mail, data e luogo in cui il video o il testo è stato pubblicato. Il modulo di iscrizione e il regolamento sono scaricabili dai siti www.odgsicilia.it e www.marioegiuseppefrancese.it
Articolo 4
Ogni candidato potrà inviare un solo lavoro, sia esso video o articolo scritto. I lavori prodotti potranno essere firmati anche da più autori. Nel caso di inchieste video, sarà possibile menzionare collaboratori e tecnici nei titoli di coda. Non verranno ammessi reportage già vincitori di altri concorsi.
Articolo 5
A selezionare i lavori dei partecipanti al concorso sarà una giuria, composta dal Presidente in carica del Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, da Giulio Francese, dal presidente della Commissione del Premio Mario Francese, Gaetano Savatteri, da un giornalista di chiara fama, da Silvia Francese (attrice) e da un regista. Saranno poi gli alunni di tre classi dell'ultimo triennio di istituti scolastici superiori (della città in cui si svolgerà la manifestazione) a visionare le opere, a scegliere le finaliste (3 video e 3 testi) e successivamente a votare il testo e il video che riterranno migliori. La votazione finale degli studenti per designare i vincitori del concorso avverrà durante la cerimonia del Premio Mario Francese, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e giunto alla ventesima edizione.
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Articolo 6
Ai vincitori dello speciale Concorso, inserito nell’ambito del premio Mario Francese, verranno consegnate una speciale Targa e una pergamena. I lavori premiati saranno pubblicati sui siti dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia www.odgsicilia.it e sul sito www.marioegiuseppefrancese.it, curato dall’Associazione Uomini del Colorado, di cui è presidente Silvia Francese.
Articolo 7
La documentazione per la partecipazione che risulterà incompleta o non conforme alle indicazioni presenti sul regolamento non sarà presa in considerazione e comporterà l’esclusione dal concorso. I moduli d’iscrizione con dati personali e anagrafici incomprensibili o incompleti saranno considerati nulli. In caso di dati non veritieri verrà considerata nulla la partecipazione dell’interessato, il quale perderà il diritto all’ottenimento del premio, anche nel caso in cui tali circostanze emergessero dopo la votazione.
Articolo 8
Ogni autore è personalmente responsabile dei contenuti delle opere inviate. La partecipazione al Premio implica l’accettazione di tutte le informative relative alla privacy e la completa accettazione del regolamento, sollevando l’organizzazione da ogni responsabilità civile e penale nei confronti di terzi.
Tutti i partecipanti :
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Articolo 9
Qualunque modifica o integrazione che potrà essere apportata al presente regolamento sarà portata a conoscenza degli interessati con un’adeguata comunicazione informativa pubblicata sui siti www.odgsicilia.it e www.marioegiuseppefrancese.it
Articolo 10
La partecipazione al premio è gratuita. Con la partecipazione al premio gli interessati autorizzano espressamente la pubblicazione del proprio nome e cognome allo scopo di informare e promuovere il premio stesso. Sarà garantita la riservatezza dei dati personali dei partecipanti (in conformità con il D.Lgs. 196/2003). Il presente regolamento è pubblicato sui siti www.odgsicilia.it e www.marioegiuseppefrancese.it
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Al Borsellino parlando di Mario
Pubblichiamo un articolo dal sito on line del centro studi Pio La Torre a firma di Alida Federico
La legge della mafia è quella del silenzio. Ecco perché in Sicilia, già dagli anni ’60, la mafia ha punito chi, per professione, ha raccontato fatti scomodi a molti. Otto i giornalisti siciliani uccisi dal piombo mafioso, ma è con l’omicidio di Mario Francese nel ’79 che il gruppo di fuoco dei corleonesi ha inaugurato quella strategia di guerra sanguinaria - rivolta non solo agli uomini delle istituzioni - che avrà il suo epilogo con l’assassinio del giudice Borsellino. Stamane la memoria di Francese e Borsellino si sono ‘incontrate’ nell’aula magna dell’I.P.S.S.A.R. di Palermo intitolato al magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio, in occasione di un incontro sulla memoria e l’esempio di giornalismo di Mario Francese. È stato Giulio Francese, figlio del giornalista del Giornale di Sicilia, a raccontare ai giovani l’impegno, il coraggio e il senso del dovere del padre. “Mio padre e altri civili uccisi dalla mafia – ha precisato Francese - non stavano conducendo una guerra, semplicemente portavano avanti in modo coerente il loro essere uomini coraggiosi”. E di coraggio Mario Francese ne aveva tanto perché non si è sottratto al suo dovere di cronista quando scoprì gli intrecci di mafia e politica attorno alla costruzione della diga Garcia, quando intuì gli interessi della mafia dei corleonesi Riina e Provenzano in ascesa negli anni ‘70.
E infatti, citando i giudici che si sono occupati del l’omicidio del padre, Giulio Francese ha puntualizzato che “lo hanno ucciso per quello che ha aveva scritto, per quello che rappresentava – era l’unico, in quel tempo, in grado di leggere le manovre della mafia di Corleone – e per dare una lezione alla stampa”. Mario Francese ha, dunque, pagato con la vita le sue audaci inchieste, come audace è stata la sete di giustizia del figlio Giuseppe che lo ha portato a documentare e a dimostrare, anche grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Mutolo, la matrice mafiosa di quel delitto per molti anni dimenticato. Anche Giuseppe è stato un giornalista che, con il suo lavoro di inchiesta e di ricerca sull’omicidio del padre, ha restituito dignità alla figura umana e professionale del cronista del Giornale di Sicilia barbaramente ucciso. E allora, ha domandato un alunno dell’I.P.S.S.A.R. Borsellino, “perché avete assegnato il premio Mario e Giuseppe Francese alle Iene?”. “Va premiata la buona informazione a prescindere da chi la fa, va riconosciuto il valore supremo dell’informazione al di là dei ruoli - ha spiegato Giulio Francese. Le Iene fanno informazione anche se non sono giornalisti. I giornalisti, invece, che hanno gli strumenti per fare inchieste, non le fanno”.
L’iniziativa di oggi, moderata da Giovanni Frazzica, si inserisce nelle attività del progetto “Giovani cittadini attivi e consapevoli”, promosso dall’associazione P.A.R.S. nell'ambito dell’avviso pubblico ‘Giovani protagonisti di sé e del territorio - CreAZIONI Giovani’ dell'Assessorato Regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali e avente come obiettivo il consolidamento nei giovani dei valori civici. Nello specifico, l’incontro rientra fra le iniziative progettuali volte a rafforzare la memoria storica di chi ha combattuto la mafia. Proprio sul significato di memoria è ritornato più volte Giulio Francese: “Memoria non è solo ricordo, ma è anche un atto di giustizia per non darla vinta ai mafiosi che, con il piombo, vogliono cancellare definitivamente una persona”. Memoria è “consolazione per quelle famiglie che ancora non hanno ottenuto verità e giustizia, ma è altresì energia pura che ti trasmettono questi esempi e questi valori forti”.