Mario Francese ricordato a Bagheria Dibattito acceso sull'informazione oggi
Mario Francese,29 anni dopo.
Ricordato in viale Campania
Il sindaco: giornalista coraggioso.
Successo di pubblico al Premio di giornalismo , organizzato dall'Ordine dei giornalisti di Sicilia, che si è svolto quest'anno a Bagheria, nella splendida cornice di Villa Cattolica, sede del museo Renato Guttuso. Il vinciutore dell'edizione di quest'anno è stato Gianluigi De Stefano, per il documento con il quale ha ricostruito la vita e le vicende legate alla prematura morte di Giancarlo Siani, giovane pubblicista assassinato nel 1985 dalla Camorra, Il riconoscimento è stato consegnato nel corso della manifestazione, che ha avuto nella tavola rotonda «La notizia sotto assedio» il momento cruciale.
Le Premiazioni
Come ogni anno, anche per questa edizione è stato indetto il concorso per le migliori tesi di laurea che abbiano come tema il mondo del giornalismo. I vincitori sono Valerio Droga, con la sua tesi «Nor Asax, enclave armena in territorio italiano. Forme di integrazione e vita quotidiana di un popolo in esilio», Vincenzo Plenzick, con la tesi «La loggia P2 nella stampa italiana» e Egle Bernardette Zapparrata con «L'altra tv: origini e storia di La7».
Oltre ai tre vincitori sono stati segnalati e premiati i lavori di Francesco Remondetta, Mariangela Vacanti, Ermes Dovico, Gaetano Scavuzzo e Valentina D'Anna.
L'Ordine dei giornalisti ha attribuito anche alcuni riconoscimenti ad alcuni colleghi siciliani mediante la consegna di cinque targhe che sono state assegnate a Lirio Abbate, Nino Amadore, Dino Paternostro, Federico Orlando e Francesco Massaro, quale conferma della solidarietà per gli atti intimidatori subiti a causa del loro lavoro di inchiesta e denuncia e riconoscimento per il loro impegno civile e professionale. Ulteriori riconoscimenti sono stati consegnati alle redazioni siciliane della Rai e dell'Ansa per la qualità e la tempestività dell'informazione sui fatti di mafia in Sicilia.
Il dibattito
Il dibattito dal titolo «La notizia sotto assedio-Corsa ad ostacoli delle tante scomode verità dell'informazione», ha presentato parecchi punti di riflessione che saranno raccolti, a cura dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, negli atti del convegno e saranno pubblicati e resi disponibili nei prossimi mesi. Igiornalisti sono stati «scagionati» dal funzionario di pubblica sicurezza, Gioacchino Genchi. «La vera funzione della stampa è quella di controllo sugli altri poteri dello Stato - ha detto - Pubblicare una notizia della quale si viene in possesso è un obbligo, anche nel caso in cui si tratti di informazioni riservate. Se la notizia doveva restare segreta il reato viene commesso dal pubblico ufficiale che la diffonde, mentre il giornalista commette un reato se non la pubblica».
Dello stesso avviso il magistrato, Maurizio De Lucia.
«Lasciamo fare ai giornalisti il loro lavoro - ha detto il Pm - la pubblicazione della notizia quando è verificata non è una colpa, la responsabilità della fuga di notizie va cercata altrove. La salvaguardia delle informazioni riservate deve essere fatta a monte, sulle fonti». Dall'altro lato, Giovanni Pepi, condirettore del Giornale di Sicilia, ha invece espresso l'auspicio di riuscire a conciliare le esigenze di tutti i «poteri», compreso quello dell'informazione, per trovare una sorta di «equilibrio» che contempli anche la diffusione di notizie.
Parere opposto per Francesco La Licata, inviato de La Stampa, che però esprime qualche dubbio sull'autonomia di chi scrive sui giornali. «Non dobbiamo avere paura di parlare di mafia - ha ribadito - è molto più difficile ricevere una querela da un mafioso che da un amministratore locale o da un politico, ma se a condizionarci ci sono anche altri fattori il mestiere diventa molto difficile. Dobbiamo tornare ad essere autonomi rispetto a tutti i poteri, anche se ci troviamo troppo spesso a fare i conti con la realtà editoriale che spesso impone dei limiti alla libertà».
Via Mario Francese ad Aspra e una mostra
Nel pomeriggio, l'amministrazione comunale di Bagheria, guidata dal sindaco Biagio Sciortino, ha intitolato la via Chiusa di Aspra alla memoria di Mario Francese alla presenza di tutti i familiari del giornalista ucciso dalla mafia.
Inaugurata anche la mostra «Una vita in cronaca», una installazione di 29 pannelli fotografici che raccontano la vita di Mario Francese, è allestita all'interno di Villa Cattolica e resterà aperta al pubblico per 15 giorni.
A 29 anni dall'omicidio, il Gruppo siciliano dell'Unci-Unione nazionale cronisti italiani ha ricordato il sacrificio del cronista Mario Francese con una cerimonia davanti al cippo che ricorda il brutale assassinio. Il vice-sindaco Toto Cordaro, a nome dell'Amministrazione comunale, ha collocato un cuscino di fiori sotto la lapide che ricorda l'assassinio.
Erano presenti, la vedova, la sorella ed i figli di Francese.Tra le autorità presenti il prefetto di Palermo, Giancarlo Trevisone, alla sua prima apparizione in occasione di commemorazioni dedicate a vittime cadute per mano mafiosa nella provincia di Palermo, il vice-presidente della Commissione nazionale antimafia, Giuseppe Lumia, il procuratore aggiunto Guido Lo Forte, che è anche presidente della sezione distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati, il questore Giuseppe Caruso, il comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri, colonnello Teo Luzi, il comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Francesco Carofiglio, il comandante della capitaneria di porto, ammiraglio Ferdinando Lavaggi, i consiglieri nazionali dell'Unione cronisti, Giuseppe Lo Bianco, Antonella Romano e Leone Zingales, il presidente regionale dell'Ordine dei giornalisti, Franco Nicastro.
L'omaggio del Prefetto
«Mario Francese - ha detto il prefetto Giancarlo Trevisone - è stato un giornalista che ha pagato con la morte il suo coraggioso impegno professionale. A distanza di quasi 30 anni dall'omicidio, le Istituzioni sono vicine ai familiari che sono stati colpiti da questo tremendo dolore».«Mario Francese, così come gli altri sette giornalisti uccisi in Sicilia dagli anni '60 ad oggi - ha dichiarato il Presidente dell'Unci Sicilia, Leone Zingales - saranno ricordati il prossimo 3 maggio a Roma, in Campidoglio, nel corso della Prima 'Giornata della Memoria a ricordo dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo. La proposta del Gruppo siciliano dell'Unione cronisti
- ha proseguito Zingales, ideatore dell'iniziativa - è stata approvata all'unanimità nel novembre del 2006 nel corso di un consiglio nazionale dell'Unci che si s svolto a Viareggio.
Il sindaco: Francese coraggioso giornalista
«Oggi la città ricorda e rende omaggio ad un giornalista coraggioso - afferma il sindaco Diego Cammarata - un cronista che ha fatto fino in fondo il suo dovere e ha pagato con la vita la dedizione al suo lavoro e l'impegno nella lotta alla criminalità mafiosa. Mario Francese, con il suo sacrificio, ha dimostrato che l'affermazione della legalità passa anche attraverso la libertà di stampa, che è non soltanto un bene irrinunciabile per il nostro Paese ma anche un importante mezzo per contrastare la violenza e la sopraffazione della cultura mafiosa».
«Mario Francese era un giornalista libero - sottolinea il vicesindaco Toto Cordaro - ed è stato ucciso per le sue coraggiose inchieste che informavano l'opinione pubblica sulle attività e sulle evoluzioni dell'organizzazione mafiosa. Per tutti è un dovere morale e civile tenere sempre vivo nella memoria l'esempio di chi, come lui, ha contribuito in modo concreto e prezioso a combattere la cultura criminale e, quindi, anche allo sviluppo e al riscatto della Sicilia».